Project Description
Per sintetizzare la parabola artistica della Keller, dovremmo iniziare dalla sua formazione nell’ambito del Naturalismo lombardo, interpretato in quegl’anni da artisti quali Filippo Carcano e Mosè Bianchi. Pompeo Mariani, suo “padre spirituale”, e Stefano Bersani, suo maestro effettivo, sono infatti tra coloro che conducono a compimento (oramai in un ’900 inoltrato) questa linea artistica, che ha in Giovanni Carnovali la sua luce primigenia. Eppure, nell’instancabile lavoro per consolidare la propria identità d’artista, non saranno estranee alla pittrice le meditazioni su quanto andavano proponendo, in quei frangenti, avanguardie quali Valori Plastici e il gruppo di Novecento. In questo eterogeneo involucro artistico, la Keller fa propri alcuni elementi a lei più congeniali, a scapito di altri: segue la strada, per esempio, di un Realismo sintetico in luogo del Realismo magico, sceglie una poetica di sublimazione del quotidiano in luogo delle tendenze primitiviste, mantiene un coerente attaccamento al Naturalismo lontano della Metafisica. Da tale percorso non si discosterà mai, tenendo al centro delle proprie ricerche la “forma” e il “volume” come fondamentali medium estetici. Usando le parole di un articolo su una mostra del 1941, potremmo dire che “con l’arte della Keller la tradizione si è con cautela unificata nel modernismo”.